Conclusioni XXIX Congresso Nazionale AICAT

Cala Gonone (NU) – 7 – 8 – 9 – Ottobre 2022

Nei giorni 7–8–9 ottobre 2022 si è svolto presso il Club Esse Palmasera Resort, il XXIX Congresso Nazionale AICAT dal titolo Il Club, il bisogno di comunità e la costruzione di buoni legami.

Il Congresso è stato organizzato dall’ARCAT Sardegna e dall’AICAT. Si ringrazia l’AICAT nella figura del Presidente Marco Orsega, la Presidente ARCAT Sardegna Mara Scintu, il gruppo di lavoro nazionale e il gruppo di lavoro regionale Sardo, tutti i Club della Sardegna, in particolare quelli dell’ACAT Redentore di Nuoro, per la buona riuscita del Congresso. Si ringrazia, inoltre, tutto lo staff della segreteria.

Ringraziamo il Club Esse Palmasera Resort di Cala Gonone per l’ospitalità che insieme alla splendida location hanno contribuito alla buona riuscita del Congresso.

Al Congresso hanno partecipato 400 persone provenienti dalla gran parte delle regioni italiane.

Il Congresso è stato aperto dalla consueta sfilata delle bandiere dei 28 congressi precedenti e da un’ultima bandiera portata dai bambini e dai ragazzi dell’AICAT conclusasi con il messaggio “… infine, vi prego di continuare. A loro va un abbraccio e un ringraziamento particolarmente affettuoso.

Si inizia con i saluti di benvenuto di Teresa Casula, Vice Presidente ARCAT Sardegna. Hanno portato il loro saluto la Sindaca del comune di Dorgali Angela Testone, la Sindaca del comune di Orosei Elisa Farris e la Dirigente scolastica dell’Istituto Comprensivo Marina Cei. Hanno fatto seguito i saluti in video conferenza del Dott. Testino e della Dott.ssa Balbinot della Società Italiana di Alcologia. Infine hanno portato il loro saluto tutti i Presidenti delle ARCAT presenti al Congresso.

La relazione del Presidente Marco Orsega, ha dato avvio ai lavori. Le sue riflessioni hanno delineato la situazione attuale, evidenziando alcune criticità che in questo periodo sta vivendo il nostro sistema.

Con auto critica personale ha evidenziato una carenza comunicativa di tutto il sistema che dipende da una nostra difficoltà relazionale, dalle nostre presunzioni auto referenziali, dai difetti di personalismi ed egoismi affermativi, che sono presenti e trasversali in tutto il nostro sistema. Il Presidente ha inoltre sottolineato l’importanza di trovare coraggio e umiltà per rimuoverli, ricordando che tutti siamo al servizio con impegno, responsabilità e competenza. Allo stesso modo ha richiamato la necessità di un ricambio generazionale accompagnato e sostenuto dall’esperienza e “forse” da un po’ di saggezza delle generazioni da più tempo nel sistema.

Il Presidente ha inoltre letto i saluti che Tiziana Fanucchi, impossibilitata a partecipare, ha inviato ai congressisti.

La sessione dal titolo: Il Club, la Comunità e i “buoni legami” per una ecologia sociale, si è aperta con il contributo scritto inviato da G. Paolo Carcangiu che ha focalizzato l’attenzione sul Club definito come una risorsa. Inoltre ha sottolineato che “il bene comune non consiste nella semplice somma dei beni particolari di ciascuno ma è di tutti; è e rimane comune, perché indivisibile e perché soltanto insieme è possibile raggiungerlo, accrescerlo e custodirlo per il futuro”.

Nel percorso di crescita, oltre al sapere e al saper fare, bisogna saper comunicare il sapere e il saper fare.

È stato affrontato, grazie al contributo di Genet Woldu Keflay, il problema dell’integrazione multietnica e ci si è soffermati in particolare sulla difficoltà rappresentata dalle donne nell’essere donne, emigrate e per lo più sole. È stata evidenziata inoltre la necessità di una inclusione sociale che non sottovaluti il “codice culturale” insito in ogni uomo, del quale tener conto per non essere portati all’isolamento, che rischia di rendere invisibili le persone impedendo di fatto una possibile integrazione.

Condividere lo stesso spazio urbano ci accomuna, vivere le stesse emozioni nella vita ci accomuna ma credere di essere comunità solo se siamo uguali è sbagliato.

Le persone si sviluppano solo nelle relazioni che sono un mezzo per esprimere sé stessi e i buoni legami. Quando i buoni legami vanno in crisi, nel Club si hanno gli anticorpi per riaffermarli e ritrovare una possibilità di crescita.

I laboratori del pomeriggio hanno affrontato il tema del Congresso “Il bisogno di comunità e la costruzione di buoni legami…” declinandolo nei seguenti 4 laboratori che hanno visto una presenza nutrita, attenta e partecipata e le cui conclusioni vengono riportate fedelmente.

Laboratorio n. 1: per un Club aperto a tutti;

Essere consapevoli di sapere di non sapere.

La stragrande maggioranza del gruppo è d’accordo con l’apertura dei Club a tutte le sofferenze. È emerso inoltre che in tanti Club questo avviene già con risultati che confermano come sia una strada percorribile senza difficoltà oggettive, perché i Club sono incentrati sulle famiglie, sull’ascolto e sulla relazione. Solo in pochi hanno espresso le proprie perplessità all’apertura dei Club a tutte le sofferenze.

Laboratorio n. 2: … nella rete territoriale;

• Ciascuno di noi è un nodo di una rete che si espande e si rafforza nel territorio attraverso: le relazioni interpersonali, le relazioni dei Club tra loro, nella comunità, con le istituzioni pubbliche e/o private.

Per ottimizzare le relazioni è necessario promuovere una comunicazione positiva e accogliente che sappia stimolare la curiosità e la gioia verso l’esterno, il coraggio di andare oltre i nostri limiti, riconoscere in noi e far conoscere il valore del nostro cambiamento.

Per sfruttare al meglio i punti di forza e superare i punti di debolezza è necessaria una formazione aggiornata e continua anche attraverso lo studio e la ricerca.

La Rete inizia oggi e qui: a tavola, con amici nuovi, con curiosità e coraggio! Mescoliamoci…! Uno sconosciuto è un legame e un amico in più.

Laboratorio n. 3: … per la promozione del bene comune;

Continua a piantare i tuoi semi, perché non saprai mai quali cresceranno. Forse lo faranno tutti.

Il bene comune è il ben-essere. Tutti possiamo essere portatori di ben-essere.

Il Club deve farsi bene comune, deve diventare risorsa della comunità. Il suo messaggio deve diffondersi, mettere radici e germogliare.

Tutti dobbiamo comprendere che possiamo cambiare ed essere promotori di cambiamento.

Le novità possono spaventare ma non ci devono impedire di provarci. Il risultato potrebbe oltrepassare le nostre aspettative!

Laboratorio n. 4: … per una comunicazione ecologica.

  • La comunicazione ecologica ha queste caratteristiche:
    ✓ Lealtà, empatia, apertura, rispetto;
    ✓ bidirezionalità, non prevalenza dell’io, diventare azione utile;
    ✓ gestione del conflitto, intesa come crescita nel confronto tra idee diverse; ✓ equilibrio tra le parti.
  • Durante il lavoro è stato letto il Manifesto sulla Comunicazione Non Ostile, che viene proposto all’ attenzione dell’assemblea AICAT per la sua adozione. Nella prima parte della mattinata questi punti hanno suscitato un’ampia, proficua e appassionata discussione. Nella sessione “il bisogno di comunità e la protezione dagli abusi ecologici” i contributi hanno evidenziato la necessità di diventare sentinelle del creato che “passando sulla terra leggeri” si impegnano a rendere partecipe e fattiva la loro presenza a tutela di tutte le creature. Abbiamo accolto il video contributo del Sindaco di Villanovaforru Maurizio Onnis che ha presentato l’esperienza della costituzione di una comunità energetica, per contrastare gli abusi ecologici, derivanti dall’installazione selvaggia di pale eoliche che non generavano nessun bene comune per la comunità locale.

È stato proiettato il video “Apocalyps Wine – discorso civile sul paesaggio incongruo”, realizzato dagli studenti dell’Istituto tecnico di San Bonifacio (VR), col quale denunciano le conseguenze della viticoltura industrializzata sull’ambiente e sulla conseguente distruzione della biodiversità e come questa comprometta la salute umana, animale e ambientale, riducendo fortemente il bene comune. Questo lavoro si rispecchia nel concetto di salute circolare proposto da Ilaria Capua che può essere definita come “un bene che scorre, come una linfa vitale che connette tra loro gli uomini, gli animali, le piante e l’ambiente”.

È stata evidenziata l’importanza delle piccole scelte quotidiane personali con cui ciascuno di noi può contribuire al rispetto dell’ambiente vitale.

Nel video che ha chiuso la sessione della mattina Graziano Bullègas (Presidente regionale della sezione sarda di Italia Nostra) ha denunciato la presenza di un filo rosso di sangue tra lo sviluppo industriale basato sulla produzione di strumenti di morte che di fatto alimentano le guerre e i lutti conseguenti al loro utilizzo, in particolare nello Yemen. Nel suo intervento ha sottolineato la difficoltà di rinunciare a scelte economiche ed industriali apparentemente vantaggiose che, di fatto, provocano morte e distruzione, chiaro esempio di abuso ecologico che non permette lo sviluppo di una economia rispettosa delle persone e dell’ambiente, una economia di pace.

Durante la sessione pomeridiana dedicata al dialogo tra generazioni è stato evidenziato che:

  • Le testimonianze spontanee dei ragazzi riflettono i legami nati nei tre giorni di congresso, con la volontà di portarli avanti nel prossimo futuro con nuove proposte;
  • Viene introdotta una riflessione sui social network e la realtà virtuale come piattaforme potenzialmente isolanti. Anche su queste realtà i Club possono sviluppare un’attenzione specifica;
  • Mantenere la formazione e lo studio vissuti come esperienza comunitaria e continuativa. Questa sessione è stata arricchita dal contributo dei giovani appartenenti alle seguenti Associazioni: ANCI – progetto Mo.co.re. (Mobilitare Collegare Responsabilizzare), G.A.V. (Giovani ARCAT Veneto), Malik, ACMOS de progetto nazionale Reti al cubo. Alcuni giovani di queste Associazioni si sono incontrati per la prima volta nell’esperienza di Sconfinamenti che ha mostrato come l’apertura della formazione all’esterno può creare buoni legami e buone prassi. Nel corso dell’assemblea AICAT dal titolo “la necessaria rigenerazione del Club e dell’Associazione” è stato discusso il seguente ordine del giorno:
  • Proposta e lettura del “Manifesto della Comunicazione Non Ostile” che viene discusso e accolto dall’assemblea – vedi allegato 2;
  • La Diocesi di Roma ha riproposto il corso “la vite e i tralci” a cura dell’Ufficio Nazionale per la Pastorale del Tempo libero, Turismo e Sport, in cui si lega il consumo del vino a passi

delle sacre scritture e del vangelo. Viene proposta una presa di posizione dell’AICAT che viene letta e sottoscritta dall’assemblea AICAT (vedi allegato 3) e che verrà inviata agli uffici interessati e ai curatori della rassegna stampa.

  • Vengono forniti comunicazioni sullo sviluppo del progetto “Reti al cubo” e sulle prossime azioni sul lavoro di rete e sulla comunicazione sociale;
  • Viene accolta la candidatura dell’ARCAT Toscana di organizzare il XXX Congresso nazionale dell’AICAT per il 2023; si registra la disponibilità delle ARCAT Veneto e Marche per l’organizzazione del XXXI Congresso nazionale dell’AICAT nel 2024;
  • Infine si sviluppa un’ampia, rispettosa e appassionata discussione sulla necessità di trovare una sintesi unitaria e condivisa sulla missione del Club, con possibile ed eventuale nuova denominazione;
  • L’assemblea riconosce la necessità di avviare questo processo in maniera graduale e con la partecipazione di tutte le realtà territoriali e che sviluppi un forte senso di appartenenza in grado di fare sistema, riconoscendo nell’AICAT la casa comune. Si ringrazia Amadio Bianchi per il momento di meditazione mattutino. Durante la sessione della domenica mattina dal titolo: “Fraternità e Pace: la gestione non violenta dei conflitti”, c’è stata la testimonianza molto toccante ed emozionante di una famiglia del Club di Senorbì che ha sottolineato come, nonostante le difficoltà, i conflitti e le sofferenze si può insieme, attraverso il dialogo, superare e riscoprire la bellezza della relazione. Nel successivo contributo di Federica Sestu è emerso come il conflitto ci unisce ed è lo strumento attraverso il quale ci mettiamo in discussione. È possibile accogliere e giocare con il conflitto – Metodo Transcend (Trascendere) e trasformarlo con creatività e arte, per riconoscerci nell’altro e trovare la soluzione più soddisfacente per le persone coinvolte. Attraverso l’indovinello dell’arancia, abbiamo sperimentato insieme come trovare una soluzione condivisa ad un conflitto. Attraverso la musica, l’ascolto interiore e il tenerci per mano riusciamo a metterci nella pelle dell’altro, sentirci fratelli e sorelle, costruire ponti di comunicazione assertiva, efficace e gentile. Negare il conflitto porta ad atteggiamenti passivo-aggressivi che sfociano in violenza o fuga. Il conflitto è inevitabile e vitale, da qui dobbiamo partire per recuperare una unione di intenti, sentirci di nuovo squadra che va nella direzione dell’utilizzo dell’energia insita nel conflitto, per rigenerare buoni legami e obiettivi condivisi. Evidenziamo inoltre il concetto di “regina Pecunia” in cui il denaro oltre che essere usato come fine a se stesso, può essere messo a disposizione delle famiglie per incentivare la partecipazione agli eventi associativi. Stare uniti nel rispetto della diversità è il gioco della PACE e della VITA. Accogliamo con gioia questa indicazione preziosa e costruttiva per il percorso di rigenerazione che ci aspetta.

Momenti coinvolgenti e molto apprezzati sono state le due serate di intrattenimento in cui il venerdì si sono potuti ammirare balli e canti tradizionali dei gruppi folk di Dorgali e San Nicolò d’Arcidano e del Coro a Tenores Nunnale di Orune e dal Coro Intrempas di Orosei. Mentre il sabato sera è stato allietato dalla musica del complesso rock “Svitol”.

Si ringraziano tutti i relatori ed in particolare i coordinatori dei lavori di gruppo e i partecipanti al congresso. Un ringraziamento sentito va agli ospiti intervenuti durante i 3 giorni di congresso.

Come sempre il nostro pensiero va alla famiglia Hudolin che continua a guidarci nel nostro agire quotidiano, personale, familiare, associativo, comunitario.

Le presenti conclusioni saranno inviate alla rivista “Camminando Insieme” e pubblicate sul sito dell’AICAT.

Invitiamo tutti a condividere queste conclusioni con le famiglie e i Servitori insegnanti nelle proprie realtà territoriali.

Cala Gonone (NU), 09 ottobre 2022